Ogni anno ha luogo a Colonia »Giornata del buon vivere«, dal 2020 anche a Berlino e a Wuppertal.
Come promuovere la democrazia, la coesione sociale e la tutela dell’ambiente nella propria città? Come si può rafforzare la resilienza ai tempi della »crisi multipla«? Come possono i cittadini trasformare insieme la propria città in un luogo, in cui passare addirittura le proprie vacanze?
Ogni trasformazione sociale deve essere considerata come campo di tensione fra forze e motivazioni diverse. Non esistono strategie preconfezionate universali per la trasformazione, essa deve essere considerata come processo di apprendimento individuale e collettivo. A questo processo possono contribuire anche laboratori ed esperimenti sociali nel reale.
Un esempio di laboratorio della trasformazione è la »Giornata del buon vivere« (Tag des guten Lebens), che ha luogo a Colonia una volta all’anno dal 2013. L’iniziativa è resa possibile dall‘Agora Köln (Colonia), un’alleanza tra società civile (movimenti ambientali, sindacati, gruppi culturali e artistici…,), istituzioni pubbliche e vicinati. Questo movimento locale è il motore e catalizzatore in un complesso processo trasformativo. L’obiettivo è far diventare un intero quartiere un bene comune (common), che come tale si autogoverna in modo democratico e inclusivo. Ciò che viene vissuto per un giorno, è possibile tutto l’anno.
Durante la »Giornata del buon vivere« tutte le strade del quartiere (dalle 15 alle 35) sono completamente libere dal traffico, anche da auto parcheggiate. Nei luoghi pubblici tutto è permesso, con una sola eccezione: vendere e comprare. Solo l’economia della condivisione viene accettata. Lo spazio pubblico di un intero quartiere diventa un’agorà gestita collettivamente, in cui ogni vicinato può realizzare il proprio programma politico di vita buona. Questo programma viene elaborato democraticamente dal vicinato prima della Giornata. In una serie di incontri vengono discusse domande come: in che città ci piacerebbe vivere? Come vogliamo vivere insieme nel vicinato? Che mobilità e che politica abitativa vorremmo avere nel quartiere? Come vogliamo assicurare l’approvigionamento alimentare?
La non commercialità della Giornata così come la disponibilità di spazi comuni promuovono un’atmosfera di fiducia nel locale. Un’abitante ha detto: »Dalla Giornata del buon vivere ho bisogno ogni mattina di un quarto d’ora in più per andare al forno, perché lungo il cammino vengo continuamente fermata a parlare con persone che prima non conoscevo«. Questo è il risultato più importante del processo, visto che un’atmosfera di fiducia è fondamentale sia per ricostruire la democrazia sia per promuovere un’economia equo-solidale. La fiducia può essere promossa nel locale, là dove si può interagire personalmente. Gli spazi virtuali dei social media non bastano, servono spazi d’incontro fisici.
Il nome »Giornata del buon vivere« si ispira al dibattito sui modelli di benessere alternativi a quello della modernizzazione e della globalizzazione neoliberale. Il »buen vivir« è il modo in cui i popoli indigeni vivono da secoli in America latina. Essi preferiscono la sintonia con la natura alla continua crescita economica; la solidarietà alla libera concorrenza.
Neueste Kommentare